Agenda piena di pazienti = successo? Non sempre!

Perché avere l’agenda piena di pazienti non è sempre sinonimo di successo e realizzazione professionale?
Continuo a vedere in giro contenuti, soprattutto sponsorizzati (il che la dice lunga…), di fuffa-guru del marketing per psicologi che puntano tutta la loro comunicazione su messaggi come:

“riempi la tua agenda di appuntamenti”

“attrai più pazienti di quanti tu ne riesca a gestire”

“ricevi più di 30 richieste di contatto al mese”

Come se alla fine l’obiettivo finale di uno psicologo dovesse necessariamente essere quello di riempirsi fino allo sfinimento di pazienti, e che poi questa debba necessariamente essere l’idea più quotata di successo e realizzazione professionale.

Aumentare il numero dei pazienti

Io lo trovo davvero aberrante.

Non tanto perché voler aumentare il numero dei propri pazienti sia sbagliato, anzi; è normale e fisiologico voler aumentare il numero dei propri pazienti per fare del nostro lavoro una fonte di reddito stabile e soddisfacente.

Quello che trovo assurdo sono l’eccesso e la generalizzazione:

1. se la qualità del tuo lavoro è importante quanto la quantità, non puoi pensare che la tua realizzazione professionale dipenda solo dal numero di pazienti che ricevi in studio. Quello è solo uno dei fattori che descrivono solo in piccolissima parte quanto tu ti possa sentire realizzato o realizzata
2. l’idea di successo è estremamente personale. Ci sono persone che amano quasi esclusivamente fare studio, e persone per cui il proprio lavoro è talmente multisfaccettato da doverlo dividere in molte attività per sentirsi pienamente realizzati (io sono una di queste persone, tra l’altro). Non possiamo decidere a priori che la nostra idea di successo sia anche quella degli altri.

Dal numero minimo al numero massimo

Io mi sono ritrovata da poco a ragionare in direzione opposta, ossia:

Qual è il numero MASSIMO di clienti che posso (e voglio) prendere in contemporanea per mantenere alta la qualità del mio lavoro e permettermi di portare avanti anche le altre attività professionali che per me sono importanti (collaborazioni, produzione dei contenuti, organizzazione di eventi…)?

Capisci qual è la differenza?

Il mio obiettivo principale è mantenere alta la qualità del mio lavoro e continuare a portare avanti quelle attività che secondo il mio punto di vista devono essere parte della mia professione (una tra tutte, la produzione dei contenuti); ovvio che poi devo fare i conti con le entrate che il mio lavoro genera (è pur sempre un lavoro) e, quindi, con la quantità di lavoro che posso portare avanti affinché questo sia da me sostenibile economicamente.

Questo significa, ovviamente, trovare un equilibrio tra la quantità e la qualità.

La tua idea di successo

Che cosa vuol dire per te avere successo in ambito professionale?
Prenditi qualche minuto di tempo per rispondere a questa domanda.

Il successo, per me, ha molto a che fare con i miei valori e la mia personalissima visione del mondo.
Voglio quindi leggerti, a tal proposito, una parte della newsletter che ho inviato agli iscritti il 10 marzo 2023, proprio parlando dell’idea di successo:

Sogno di avere un’entrata crescente dal mio lavoro di consulente di personal branding, che mi permetta di contribuire in modo costante al benessere della mia famiglia, ma anche di far crescere il mio progetto professionale.
Sogno di parlare di Psicologi nella Rete e della mia esperienza in giro, durante gli incontri di settore, i festival o i talk, perché voglio che sempre più colleghi e colleghe riescano a scoprire e comunicare la propria voce professionale sul web.
Sogno di investire in una realtà solida e a mia immagine e somiglianza, una realtà professionale dove non sia da sola a lavorare per la missione di Psicologi nella Rete, ma dove una rete di professionisti supportino psicologi e psicologhe nel loro percorso di personal branding.
Sogno di portare il mio messaggio nelle università, perché non posso pensare che non si insegni la promozione e la comunicazione professionale in una realtà che dovrebbe prepararti al lavoro là fuori.
Sogno questo, per me, questo sarà il mio successo.

La tua idea di successo potrebbe assomigliare alla mia, in tutto o in parte, oppure potrebbe essere totalmente diversa.
E va bene così, perché come vediamo il nostro successo è soggettivo!

L’idea più quotata di successo

Purtroppo, però, nell’idea comune il successo è legato a doppia mandata alla ricchezza.

Più soldi = più successo

Per noi psicologi, questa semplicissima equazione si traduce spesso in

Più pazienti = più soldi = più successo

La verità di sottofondo a questa equazione è che spesso, soprattutto all’inizio della nostra carriera professionale, il fatto di non riuscire ad avere un adeguato giro di pazienti ci porta ad essere frustrati e disposti a fare (quasi) qualsiasi cosa per farci conoscere.
Ed è qui che i guru-della-vita-di-successo entrano a gamba tesa, come abbiamo visto all’inizio di questa puntata

Ma siamo sicuri che sia così semplice?

Siamo davvero sicuri che l’equazione più pazienti = più soldi = più successo sia vera per tutti gli psicologi, indifferentemente e, soprattutto, senza nessun tipo di implicazione etica?

Proviamo a fare una piccola simulazione insieme

Immaginiamo una collega psicologa, che chiameremo Elsa (in onore del personaggio preferito da mia figlia), che ha iniziato ad esercitare la professione da qualche tempo e si è creata il suo “giro di pazienti”.
Lavora 6 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, e chiede ai suoi pazienti una tariffa di 70 euro per sedute da 50 minuti.
Considerando che Elsa basa la sua carriera professionale solo sulla sua attività di consulenza psicologica e la sua agenda lavorativa è effettivamente piena di pazienti, possiamo dire che stia avendo successo dal punto di vista professionale?

Iniziamo ad affrontare il problema da un punto di vista matematico.

In una settimana di lavoro da 5 giornate, Elsa vede

6 ore x 5 giorni = 30 colloqui (50 minuti + 10 minuti di pausa) = 30 pazienti (che vanno da lei una volta a settimana)

Se andiamo a calcolare quindi il suo guadagno mensile, avremo

30 colloqui x 70 € = 2.100 € a settimana x 4 settimane = 8.400 € al mese

Con 8.400 € al mese, possiamo dire che Elsa stia avendo successo nella sua professione da psicologa?

Di primo acchito potresti tranquillamente rispondere di sì, ma attenzione… Forse ti mancano alcune informazioni.

• Elsa vede 30 pazienti a settimana; questo vuol dire tenere nella mente e nel cuore 30 storie diverse, 30 relazioni professionali a cui prestare la massima attenzione e cura. Elsa, dopo due anni di lavoro a questo ritmo, per quanto sia super organizzata con appunti e schemi, comincia ad essere stanca.
  Si sente come in una catena di montaggio, fuori un paziente e dentro l’altro, e comincia a chiedersi se effettivamente sta dando il massimo con i suoi pazienti o se sta solo cercando di mantenere il ritmo.
• Elsa alla fine della sua giornata lavorativa è stanca, vorrebbe andare in palestra, vedere qualche amico, distrarsi facendo una passeggiata, ma purtroppo non riesce ad avere le energie mentali per fare tutto questo.
  Le uniche cose che riesce a fare sono andare a fare la spesa o qualche commissione urgente, tornare a casa, cenare guardando la TV e andare a dormire.
  Questo (quasi) tutti i giorni della settimana.
• Il lavoro di Elsa, volente o nolente, non finisce una volta che ha terminato i colloqui con i suoi pazienti.
  Ci sono diverse attività che Elsa deve portare avanti per la sua professione (fatturazione, attività amministrative, corsi di aggiornamento professionale, eventi istituzionali e di rete, varie ed eventuali) e, visto come va la sua settimana, Elsa si sente costretta a portarle avanti nel fine settimana.
  Anche il week-end di Elsa trascorre quindi in attività lavorative per la maggior parte del tempo, e lei non riesce mai a staccare completamente dal suo lavoro.

Conoscendo anche queste informazioni, ora, puoi dire che la vita professionale di Elsa sia una vita di successo?

E ora… dimezziamo i pazienti!

Se solo Elsa provasse a dimezzare il numero dei suoi pazienti, cosa succederebbe?

• Avrebbe a disposizione un’entrata mensile derivante dai colloqui psicologici di 4.200 €
• Lavorerebbe sui colloqui con i pazienti 15 ore a settimana e avrebbe a disposizione 15 ore da dedicare agli altri compiti professionali di cui abbiamo parlato prima, ma anche ad attività diverse, sempre come psicologa, che potrebbero portarle entrate ulteriori, oppure soddisfazioni da altri punti di vista (scrivere un libro, fare ricerca, partecipare come speaker ad eventi di settore, fare formazione come docente, dedicarsi scrivere articoli di divulgazione o altro)
• Avrebbe finalmente il fine settimana libero per rilassarsi e staccare la mente, vedere gli amici, fare passeggiate e divertirsi. E quindi per ricaricarsi e tornare a dare il massimo nella settimana successiva.

Penso davvero che questa nuova versione di Elsa sarebbe una psicologa decisamente più soddisfatta e potrebbe costruire il suo successo, passo dopo passo, anche e soprattutto nelle ore in cui non guadagna direttamente dai colloqui con i suoi pazienti, pur avendo un’entrata che le permetterebbe di stare tranquilla.

E tu, se fossi al posto di Elsa, che cosa faresti in quelle 15 ore recuperate?

A che cosa ti dedicheresti?

Che cosa sarebbe importante per te fare?

Dove pensi che ti porterebbero quelle attività, se fatte con costanza e passione?

Ricorda: è in quelle ore che costruirai il tuo successo.

Credi in una promozione etica e professionale?

Se anche tu credi sia possibile promuoversi in modo etico e professionale, ma non sai da che parte iniziare, ti consiglio di leggere il nuovo MANUALE DI PROMOZIONE ETICA PER PSICOLOGI.

È un manuale che ho scritto insieme a 3 colleghi che come me condividono una visione di marketing etico per noi psicologi:

• Simona Muzzetta psicologa e psicoterapeuta, educatore finanziario e consulente di personal branding, autrice del progetto Mi prendo cura di Freud
• Damiano Ruggieri consulente marketing per psicologi e web designer, alias marketingeticoperpsicologi.it, ha la fissa per l’etica, le cose complesse e i siti web personalizzati
• Flavia Tallarico psicologa della comunicazione e consulente di carketing per psicologi e psicoterapeuti che vogliono valorizzarsi e promuoversi senza violare il Codice Deontologico

In questo manuale abbiamo messo tutta la nostra esperienza, le nostre competenze, ma anche le nostre storie e i nostri vissuti, perché tu possa comprendere in pieno che cosa vuol dire lavorare su se stessi per promuoversi in modo autentico ed etico.

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