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Psicologi, partita IVA e finanze: una relazione travagliata

Il tema di oggi è davvero delicato, e sicuramente non basterà una puntata per sbrogliarlo tutto, ma vorrei provare a mettere qualche paletto.

Perché è così importante parlare di soldi?
Quale dovrebbe essere la giusta relazione tra uno psicologo e il denaro?
E soprattutto, qual è il tuo rapporto con i soldi?

La mia relazione con il denaro

Personalmente, poi, ho lavorato molto sull’aspetto economico del mio lavoro, a partire dall’idea che avevo del guadagnare come psicologa, al capire quanto avrei dovuto e voluto guadagnare per ritenermi soddisfatta e appagata dal mio lavoro, al costruire poi un piano economico che mi permettesse, nel tempo, di arrivare a quella cifra.
Nel mezzo di tutto questo lavoro, ci stanno:

  • il lavoro sul mio mindset legato ai soldi (davvero posso permettermi di chiedere soldi facendo questo lavoro? davvero mi merito di guadagnare quello che vorrei? davvero ho bisogno di gestire in modo così puntuale le mie entrate e le mie uscite?);
  • un lavoro di pianificazione e analisi – che comprende il tener traccia delle mie entrate e delle mie uscite, così come la pianificazione del lavoro anche in base a questi aspetti;
  • un aspetto molto più pratico, ossia capire con quali strumenti avrei potuto gestire tutto questo.

Non sono ancora arrivata a fare totalmente pace con il lato economico del mio lavoro, ma posso dirti che quello che ho fatto fin’ora e quello che mi sono programmata di fare mi sta aiutando moltissimo, sia dal punto di vista del guadagno personale, sia dal punto di vista del guadagno effettivo, in termini economici.

Il mindset

Noi psicologi non siamo abituati a pensare alla nostra professione come ad un lavoro con finalità di business, dove con business intendo guadagnare da una (libera) professione con la quale mantenerci e investire sulla nostra vita, ma anche sulla crescita della nostra professionalità.
Tieni conto circa l’80% degli psicologi che lavorano come tali, hanno una partita IVA aperta e esercitano come liberi professionisti [dato fornito da AlmaLaurea], quindi non è solo utile, ma è anche NECESSARIO pensare al guadagno che deriva al nostro lavoro.

Ma perché noi psicologi non siamo abituati a farlo?
Ritengo che ci siano 3 ordini di motivi:

  • l’università e gli aggiornamenti professionali, per la maggioranza, non forniscono nessuna formazione in ambito imprenditoriale (economia, marketing o competenze imprenditoriali);
  • la nostra professione è spesso vista dal senso comune come una missione, una vocazione, più che un lavoro vero e proprio… e quando mai chi è mosso da una vocazione profonda vuole guadagnarci?;
  • la nostra storia personale con il denaro, poi, ci mette il carico da 90. Tutti abbiamo una storia diversa in relazione ai soldi, che va a braccetto con la nostra storia personale e familiare, e questo influisce sul nostro rapporto con il denaro, nel bene o nel male.

Eppure, il nostro è un LAVORO a tutti gli effetti.
E qual è la definizione di lavoro?
Dal dizionario della lingua italiana Sabatini Coletti possiamo leggere che il lavoro è “Occupazione specifica che prevede una retribuzione ed è fonte di sostentamento”
Ad una prestazione deve corrispondere un compenso, in altre parole. Questo è lavoro.

E se su questo aspetto possiamo essere tutti (o quasi) d’accordo, a quanto dovrebbe ammontare il nostro compenso?
Prova a rispondere a queste domande:

  • Quanto hai investito nella costruzione della tua professione? (in termini di tempo, denaro ed energie)
  • Quanto TU ti senti un professionista di valore? In altri termini, quanto vale una tua ora di lavoro?
    Per fare questo, oltre al ragionamento della domanda precedente, devi anche capire:

    • quanto ti serve per vivere
    • quanto ti serve per gestire la tua professione
    • quanto ti serve per crescere come professionista
  • Quanto TU ti senti degno/a a farti pagare una certa cifra per la prestazione che offri? (dove una certa cifra non è necessariamente 200 euro a seduta, ma è quella che ritieni giusta per te, il tuo lavoro e la tua vita)

Insomma, quanto vale il tuo lavoro?
Questo è il primo passo, enorme, che puoi fare per essere soddisfatto/a della tua professione.
E mi raccomando, ricorda che questa domanda non equivale assolutamente a chiederti quanto vali come persona!

Analisi e pianificazione

Per iniziare questa parte, ti faccio una domanda: quanto hai guadagnato dalla tua professione in questo 2022?

Pensa attentamente alla tua risposta, perché se volessi rispondermi con la cifra del tuo fatturato annuo… Beh, sbaglieresti di grosso.

Ricorda che il tuo fatturato NON è il tuo guadagno!
Ripartiamo da una delle formule matematiche che, se sei sul giro del 30 anni come me, hai sicuramente imparato alle scuole elementari:

GUADAGNO = RICAVO (quindi il tuo fatturato) – SPESA

Le spese che sostieni per la tua professione (e per mantenerti, se proprio vuoi fare un discorso completo) non sono un guadagno, ma vanno conosciute e gestite come denaro che deve uscire dalle tue tasche per le spese.

Per pianificare e analizzare al meglio le finanze che derivano dal tuo lavoro, devi conoscere e tenere traccia di:

  • fatturato (le entrate che il tuo lavoro genera)
  • spese (le uscite che il tuo lavoro genera), e quindi
    • tasse
    • contributi
    • utenze
    • servizi
    • beni di prima necessità
    • formazione professionale
    • strumenti di lavoro
    • varie ed eventuali

Tenere traccia di entrate ed uscite non è difficile, soprattutto se usci gli strumenti giusti (e te ne parlerò nel prossimo punto).

Per ora fammi sottolineare che l’utilità di questa analisi ti serve principalmente per 3 motivi:

  • non dimenticare nulla (fatture da emettere, scadenze di alcune spese, …);
  • analizzare ed eventualmente modificare l’andamento delle tue spese;
  • pianificare il tuo lavoro in base all’andamento finanziario dell’anno precedente.

Strumenti

Quali strumenti utilizzo io per gestire tutto questo flusso di entrate ed uscite?
Sono di due tipi, il primo gratuito, ma meno completo, e il secondo a pagamento, ma che offre un servizio a 360 gradi per gestire la mia partita IVA.

Il primo strumento è quello dei fogli excel (o Google fogli).
Strumento gratuito che mi aiuta tenere traccia di entrate e uscite, in modo abbastanza semplice, ma non completo al 100%.
Ovviamente, in questo caso, manca tutta la parte di gestione della fatturazione, gestione del database clienti e automatizzazione di una parte del processo.

Per questo lo strumento che utilizzo di più per la gestione di tutti gli aspetti finanziari che riguardano il mio lavoro è Fiscozen, ed è quello che mi sento di consigliarti se lavori con la Partita IVA o se vorrai aprirla.

Fiscozen è un servizio online che ti permette di avere:

  • un consulente fiscale dedicato
  • un portale dedicato per la gestione a 360° della tua Partita IVA

Attraverso il portale online che Fiscozen ti mette a disposizione puoi gestire tutto quello che riguarda la tua partita iva in modo semplice, compreso:

  • la tua lista dei clienti (con tutte le anagrafiche che puoi inserire, ogni paziente avrà la sua scheda dedicata);
  • la fatturazione, collegata ovviamente al database dei clienti.
    Puoi tenere in modo semplice una fatturazione tradizionale oppure anche la fatturazione elettronica (che tra l’altro da poco è diventata obbligatoria per molti liberi professionisti che hanno la p.IVA in regime forfettario);
  • la gestione delle spese, che puoi caricare in modo facile ed intuitivo.
    In ogni momento puoi prendere visione delle tasse e dei contributi che dovrai pagare e quando, grazie alle scadenze che ti vengono segnalate direttamente sul portale, e i documenti che ti servono per pagarle saranno già precompilati per te;
  • inoltre sarai guidato passo passo nella tua dichiarazione dei redditi e negli F24 in modo che non ci sia il rischio di commettere errori: dovrai solo caricare i documenti richiesti e al resto penserà il team di Fiscozen.

Se non ti basta già tutto quello che ti ho descritto, sappi che avrai a disposizione un consulente fiscale dedicato, specializzato nella nostra professione, che potrai contattare in ogni momento via mail, via telefono o via chat.

Anche io all’inizio non sapevo a chi affidarmi e come muovermi, quando dovevo aprire la partita IVA.
Ho guardato diversi video e contenuti su questo strumento e poi ho deciso di contattarli.

Se come me vuoi fare lo stesso, sappi che hai a disposizione una consulenza fiscale gratuita con uno dei consulenti Fiscozen, che ti potrà essere utile sia che tu abbia già la partita IVA, sia che tu la debba aprire.
E se deciderai di farti aiutare da Fiscozen, l’apertura della P.IVA sarà gratuita e avrai a disposizione 50 € di sconto sul primo anno di abbonamento al servizio.

Puoi richiedere la tua consulenza gratuita compilando il seguente form:

Grazie mille, a presto e buona Psicologia nella Rete!

Simona Moliterno

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Simona Moliterno
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