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Ma è vero che noi psicologi siamo imprenditori?

Oggi ti sfido a pensare un po’ fuori dai soliti schemi che noi psicologi siamo abituati ad abitare. 

Non ho mai trattato questo argomento in modo diretto, un po’ perché è difficile farlo, soprattutto vista la nostra categoria professionale, e un po’ perché, come scusa, mi ero sempre detta che non c’entrava troppo con la comunicazione.. E invece c’entra eccome!

Sto parlando dell’essere imprenditori.

L’imprenditorialità ci fa paura

Ti vedo sai, che stai storcendo il naso e magari starai pensando “ecco, un’altra che mi rompe le scatole con questa storia dell’imprenditorialità… ma basta!”

Facciamo così… Datti la possibilità di arrivare alla fine di questo articolo e se, quando avrai finito leggerlo, la penserai ancora come adesso, amici come prima!

Sono consapevole che molti psicologi e psicologhe iniziano ad avere l’orticaria appena si inizia a parlare di imprenditorialità.
Una volta sono stata anche insultata su Facebook, quando ho provato a dire che lo psicologo libero professionista deve avere un po’ di spirito imprenditoriale…

Perché questo?
Perché noi psicologi siamo così spaventati dalla visione imprenditoriale del nostro lavoro?

Ho provato a farmi questa domanda tante volte, e la risposta che mi sono data è che sono tre gli elementi dell’imprenditore che spaventano noi psicologi.

1. I soldi

Tutti noi vogliamo i soldi, ma la maggioranza di noi psicologi non ha un buon rapporto con i soldi. Spero davvero di sbagliarmi, ma penso che ci sia almeno un fondo di verità in quello che sto dicendo, dovuto soprattutto al lavoro che faccio.

Perché questo?

  • Non ci formano all’università ad averlo, pur sapendo che la maggior parte degli psicologi eserciterà in libera professione. Questo vuol dire niente stipendio fisso e conti in tasca fatti da altri, ma gestione economica completamente sotto la nostra responsabilità, nel bene e nel male.
  • Come facciamo ad associare i soldi alla salute mentale? I soldi spesso sono visti come “una cosa sporca”, che non può entrare direttamente in contatto con ciò che riguarda la missione di aiutare gli altri a stare bene.
  • Come si possono associare i soldi a qualcosa di così “aleatorio” come la parola? Spesso questo pregiudizio è insito nel senso comune, nel modo di pensare delle persone, che vedono il lavoro dello psicologo come “parlare e fare due chiacchiere con qualcuno”.
    La scomoda verità è che noi non sappiamo smontare questo pregiudizio, perché anche noi ne siamo un po’ schiavi; ci siamo dovuti raccontare che i soldi sono uno strumento terapeutico, legato alla relazione terapeutica, piuttosto che ammettere a noi stessi che dobbiamo essere pagati per il lavoro che facciamo!

Spesso non sappiamo neanche quanto guadagniamo dal lavoro che facciamo, perché non teniamo traccia delle nostre entrate o delle nostre spese.
Se io lavoro per vivere, facendo certo un lavoro che mi piace e che mi appassiona, ma dovendo comunque utilizzare i soldi che guadagno per pagare ciò che mi serve nella mia vita e magari anche per crescere professionalmente (formazione, strumenti, collaboratori…), perché non dovrei tener traccia e avere un rapporto sano con questo strumento del mio lavoro, come molti altri?

I soldi possono uno strumento, una risorsa e un valore, se noi li trattiamo come tali e impariamo a rapportarci con loro in modo sano ed equilibrato.

2. La promozione e la vendita

Questo tema si lega in parte con il precedente, ma non è totalmente sovrapponibile.

Perché abbiamo così tanti problemi nel promuoverci, nel parlare di noi e dei nostri successi, nel “venderci”?

  • Ci spaventa la poca chiarezza e l’imbroglio che potrebbe esserci dietro una vendita, utilizzando così uno dei bias cognitivi più diffusi e conosciuti, ossia quello della generalizzazione: non è che se siamo venuti in contatto con un venditore truffatore o poco onesto, tutta l’attività di vendita e promozione lo sarà.
  • Parlare di noi stessi non ci piace, spesso si associa questa attività ad un narcisismo che di certo non si addice ad uno psicologo professionista: sono gli altri che dovrebbero capire il mio valore anche se io non ne parlo.
    Siamo sicuri che questo non sia un po’ troppo pensiero magico?
    Come fanno le persone a conoscere chi siamo, cosa facciamo e cosa possiamo fare per loro, se noi non ne parliamo?

Ci nascondiamo dietro la deontologia professionale e il codice deontologico dicendo che è sbagliato farlo, che i pazienti dovrebbero essere liberi di scegliere e che la nostra comunicazione potrebbe influenzarli troppo o, peggio, recargli danno, ledendo la loro privacy (nel caso di pazienti già in cura).

Ma ci siamo mai chiesti come fanno i nostri pazienti a sceglierci?

Ci siamo mai chiesti se è giusto lasciare scegliere al caso, alla vicinanza o al portafoglio e basta, rischiando così di non riuscire ad aiutare veramente le persone (perché non ne siamo in grado o perché semplicemente non ne abbiamo gli strumenti, mentre un altro collega potrebbe averli, o potrebbe essere semplicemente più adatto), quando invece potremmo aiutare le persone a scegliere in modo più consapevole e utile per loro?

Se impariamo a raccontare chi siamo e cosa possiamo fare per le persone che possiamo e vogliamo aiutare, in modo onesto ed autentico, la promozione e la vendita saranno una diretta conseguenza di questo.
Senza trucchi o inganni.

3. La strategia

Non parliamo poi di strategia, è qualcosa che con noi psicologi non c’entra proprio!
La strategia è manipolazione, la strategia è qualcosa di costruito e noi, come psicologi, non lo dobbiamo essere affatto! Vero?

Peccato che la strategia non sia niente di tutto ciò, ma sia ciò che ci permette di non vivere alla giornata, ciò che ci permette di mettere a terra un sogno, una visione.

La strategia è la capacità di sognare per obiettivi, e tradurre poi questi obiettivi in passi concreti per arrivare dove voglio arrivare, pur con una percentuale di imprevedibilità che è naturale.
La strategia è qualcosa che ci aiuta, non ci ostacola.

Costruire una strategia di promozione basata sulla propria identità professionale vuol dire capire quali passi dobbiamo fare per raggiungere i nostri obiettivi professionali, e non lasciare tutto al caso o alla fortuna.

Ti vedi come imprenditore?

In quante di queste visioni disfunzionali ti sei ritrovato anche tu?
Sappi che sei in buona compagnia; anche io, appena laureata e piena di tante aspettative, la pensavo così.

Oggi, invece, mi sento una professionista completa e un’imprenditrice, pur non avendo perso la mia veste da psicologa.
E se ogni psicologo riuscisse a vedersi anche come un imprenditore fin dall’inizio della sua carriera professionale, sicuramente riuscirebbe a crescere nella sua professione molto più in fretta, principalmente per questi motivi:

  • riuscirebbe a capire che le scelte che farà per la sua carriera non devono essere lasciate al caso o al “primo lavoro che trovo”, ma devono essere scelte ponderate per la propria crescita professionale;
  • riuscirebbe a comprendere profondamente che i soldi non sono un qualcosa di sporco, ne’ un motivo di disperazione o di vergogna, ma il giusto compenso per una professionalità in continua evoluzione e per un lavoro professionalizzante, come molti altri;
  • riuscirebbe a creare un piano di crescita che tenga conto dei suoi bisogni, del suo valore e della propria visione, ossia una strategia a lungo termine che lo porti ad essere lo psicologo che vuole diventare.

E ti pare poco?

Io ti posso aiutare

Se vuoi un aiuto professionale per iniziare a costruire la tua carriera in modo autentico ed etico, prenota una chiamata gratuita con me e raccontami chi sei o chi vorresti diventare.

Cosa potrà succedere durante questa chiamata?

  • Male che vada, avrai investito 30 minuti del tuo tempo per capire quali sono gli aspetti sui quali dovresti lavorare per migliorare la tua comunicazione e la tua presenza online.
  • Se invece deciderai di lavorare con me, potrai iniziare finalmente a creare la tua identità professionale in modo etico e personale, attraverso un percorso completo e a misura di psicologo.

>> Prenota la tua chiamata conoscitiva con me direttamente da qui <<

Ti aspetto!

Simona Moliterno

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